Recupero e allestimento Sala Doratore – Museo di Oleggio

Il contributo 2 per mille di ANCoS è stato destinato alle attività di allestimento della sala del doratore, dedicata alla memoria e al lavoro del maestro decoratore artigiano Piero Ferrari, all’interno del museo etnografico di Oleggio. La sala del doratore è una delle attrazioni più interessanti del museo civico archeologico etnografico Carlo Giacomo Fanchini di Oleggio, una cittadina in provincia di Novara. Si tratta di uno spazio espositivo dedicato alla memoria e al lavoro del maestro decoratore artigiano Piero Ferrari, scomparso nel 2019, che ha lasciato in eredità al museo una collezione di strumenti, materiali e opere d’arte realizzate con la tecnica della doratura.

Cosa si può vedere nella sala del doratore

La sala del doratore, inaugurata nel 2019, è situata al primo piano del museo di Oleggio, in una stanza che era stata precedentemente adibita a magazzino. La sala è stata allestita con cura e gusto, riproducendo l’atmosfera di un laboratorio di doratura, con i vari strumenti e materiali esposti in vetrine, scaffali e tavoli. Inoltre, sono presenti alcune opere d’arte realizzate da Piero Ferrari, tra cui cornici, specchiere, candelabri, cofanetti, tavolini e quadri. Alcune di queste opere sono state donate dallo stesso Piero Ferrari, altre sono state prestate da privati o da enti pubblici che ne hanno commissionato il restauro o la decorazione.

La sala del doratore offre ai visitatori la possibilità di ammirare da vicino la bellezza e la raffinatezza della doratura, ma anche di conoscere la vita e il lavoro di Piero Ferrari, un artigiano che ha saputo portare avanti una tradizione antica con maestria e passione. La sala è anche uno spazio didattico, dove si possono organizzare visite guidate, laboratori, conferenze e mostre temporanee, per diffondere la cultura e la pratica della doratura.

Cos’è la doratura e come si fa

La doratura è l’arte di applicare foglie d’oro o di altri metalli preziosi su superfici di vario tipo, come legno, metallo, pietra, carta, perle, ecc. Si tratta di una tecnica antichissima, che risale almeno al III millennio a.C., e che ha avuto una grande diffusione in diverse culture e epoche storiche, soprattutto nel campo dell’arte sacra, della pittura, della scultura e dell’arredamento.

La doratura richiede una notevole abilità e precisione, oltre che una conoscenza approfondita dei materiali e delle tecniche. Esistono due metodi principali di doratura: a guazzo e a missione. Il primo consiste nell’applicare le foglie d’oro su una base di gesso e colla animale, detta bolo, che viene poi levigata e lucidata. Il secondo consiste nell’applicare le foglie d’oro su una base di olio o vernice, detta mixtion, che viene poi riscaldata per far aderire l’oro.

Chi era Piero Ferrari e cosa ha fatto

Piero Ferrari non va confuso con l’omonimo figlio di Enzo Ferrari, il fondatore della celebre casa automobilistica. Piero Ferrari era un artigiano oleggese, nato nel 1938, che si appassionò alla doratura fin da giovane, seguendo le orme del padre Giuseppe, che era un ebanista. Piero Ferrari frequentò la scuola d’arte di Novara e si specializzò nella doratura a guazzo, diventando uno dei pochi maestri di questa tecnica in Italia. Lavorò per diversi anni nel suo laboratorio di Oleggio, realizzando opere di restauro e di decorazione per chiese, musei, palazzi e privati. Tra le sue opere più note ci sono le cornici dei quadri di Antonello da Messina al museo di Capodimonte a Napoli, le porte del duomo di Novara, il baldacchino della basilica di San Marco a Venezia e il tabernacolo della cappella Sistina in Vaticano.

Piero Ferrari era anche un appassionato collezionista di strumenti e materiali legati alla doratura, che acquistava o riceveva in dono da altri artigiani o antiquari. Nel corso degli anni accumulò una vasta raccolta di oggetti, tra cui pennelli, coltelli, cesoie, martelletti, cuscini, compassi, squadre, livelle, foglie d’oro e d’argento, boli di vari colori, mixtion, vernici, pigmenti, libri e riviste. Questa raccolta, che testimonia la storia e l’evoluzione della doratura, fu donata da Piero Ferrari al museo di Oleggio nel 2018, un anno prima della sua morte.

Fonti utili:

Restauro Sala Doratore: Museo di Oleggio

Anno finanziario: 2021 – Importo finanziato: € 5.000