Recanati, al via i restauri delle lettere di Leopardi e della Bolla di Federico II
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- Articolo di Macerata
- Progetto di restauro
Presso il Museo Civico di Villa Colloredo Mels a Recanati sta per partire un importante progetto che coinvolge tre restauri di altrettanti tesori del patrimonio culturale recanatese: due lettere manoscritte di Giacomo Leopardi e un documento storico di eccezionale valore, la cosiddetta “Bolla Aurea” di Federico II di Svevia.
Documenti preziosi per la memoria recanatese
La prima lettera, datata 7 luglio 1833, fu scritta da Leopardi al padre Monaldo. In un tono insolitamente intimo, il poeta si rivolge a lui con l’appellativo “Papà mio“, raccontando la sua malattia agli occhi e il timore per la salute. La seconda missiva, del 1825, è firmata da Pietro Giordani, l’amico e mentore che sostenne Leopardi negli anni giovanili.

Il terzo documento, di grande rilievo storico, è la Bolla di Federico II di Svevia del 1229. Con questo atto solenne, corredato dal sigillo aureo, l’imperatore concesse a Recanati il possesso dell’attuale Porto Recanati e l’esenzione dai dazi. Una decisione che favorì lo sviluppo economico della città e sancì il prestigio dei suoi cittadini nel contesto politico del Medioevo.
I restauri a Villa Colloredo
L’intervento conservativo sarà eseguito con la supervisione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica delle Marche. La scelta di operare direttamente all’interno di Villa Colloredo garantirà la massima sicurezza dei materiali e offrirà al pubblico un’occasione unica: assistere in alcune giornate al cantiere aperto e dialogare con gli esperti del recupero.
Il costo dei restauri, pari a circa 1.150 euro, è stata finanziata con i fondi 5×1000 di ANCoS APS di Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, da anni impegnata nella valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
Un’eredità che unisce letteratura e storia
Questi restauri non rappresentano soltanto un’operazione tecnica, ma un gesto di cura verso la memoria collettiva. Le parole di Leopardi, l’affetto di Giordani e il sigillo di Federico II raccontano secoli di storia recanatese, restituendo al pubblico un patrimonio che continua a emozionare e a educare.
La possibilità di vedere da vicino il recupero dei documenti renderà ancora più forte il legame tra i visitatori e le radici storiche della città. Recanati, patria della poesia leopardiana, rinnova così il suo ruolo di custode di una memoria che appartiene non solo ai marchigiani, ma a tutto il Paese.