Il busto d’argento di San Guglielmo torna al suo splendore
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- Articolo di Ragusa
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Nella splendida cornice barocca di Scicli, in provincia di Ragusa, un tesoro di straordinario significato storico, artistico e spirituale sta per rinascere: il busto reliquiario argenteo di San Guglielmo, venerato eremita del XIV secolo, sarà oggetto di un accurato restauro conservativo. Custodito presso la Chiesa Madre, il busto rappresenta un importante esempio di arte sacra siciliana, un un simbolo della devozione popolare e del patrimonio culturale locale.
Chi era San Guglielmo: l’eremita di Scicli
Nato a Noto nel 1309, San Guglielmo Cuffitella — noto anche come San Guglielmo di Scicli — scelse la via dell’eremitaggio dopo un’intensa conversione spirituale. Si stabilì in un eremo nei pressi di Scicli, dove trascorse lunghi anni in solitudine, penitenza e preghiera. La sua fama di santità si diffuse in tutta la Sicilia sud-orientale, tanto che nel 1537 fu beatificato da Papa Paolo III. Morì nel 1404 e le sue reliquie furono inizialmente custodite nella chiesa di San Matteo, per poi essere traslate in un busto argenteo e in un’arca processionale.
Il busto reliquiario
Caratteristiche artistiche
Il busto in argento di San Guglielmo, di dimensioni realistiche, si distingue per la finezza esecutiva. I tratti del volto sono dolci e sereni, la barba fluente e la capigliatura scolpita con precisione. Il Santo è rappresentato con le mani incrociate sul petto, in atto di preghiera, con il capo leggermente inclinato verso sinistra. La base in rame e stagno reca quattro rosette filettate, funzionali al fissaggio sul fercolo processionale.
Elementi liturgici correlati
Di particolare interesse è il crocifisso bizantino, detto Enkolpion, impugnato dal Santo nelle processioni. Risalente al 1634, è montato su una croce lignea e racchiuso in una teca sagomata in argento, che testimonia la continua devozione e la stratificazione storica dell’oggetto.
Il progetto di restauro: obiettivi dell’intervento
L’obiettivo primario è la conservazione e valorizzazione del manufatto, in vista del suo utilizzo liturgico. Il progetto prevede la rimozione delle reliquie con l’autorizzazione e la presenza delle autorità ecclesiastiche, seguita dalla riparazione delle strutture danneggiate e dal recupero dell’estetica originaria.
Il busto restaurato tornerà a essere protagonista della tradizionale festa di San Guglielmo, celebrata il secondo venerdì dopo Pasqua. Durante l’ottavario, la reliquia viene portata in processione per le vie di Scicli, seguita da un pellegrinaggio verso l’eremo dove il Santo visse per decenni.
“Siamo lieti di comunicare – dichiara il presidente di ANCoS Ragusa, Di Rosa – un importante progetto di recupero e valorizzazione del patrimonio storico-religioso di Scicli. Si tratta di interventi inediti per la città che vedranno coinvolte maestranze palermitane specializzate e medici accreditati presso la Santa Sede, con l’obiettivo di unire rigore scientifico, tradizione artigiana e rispetto per la sacralità dei beni oggetto del restauro”.
Restauratori e professionisti coinvolti
Il progetto è affidato a esperti di comprovata esperienza nel restauro di metalli e opere sacre:
Giuseppe Mercurio: restauratore specializzato in manufatti metallici.
Benedetto e Mauro Gelardi: argentieri cesellatori.
Rosalia Merra e Agata Evelina Di Marco: restauratrici specializzate in supporti lignei e tessili, per la base dell’arca processionale.