Obesità in Italia: la nuova legge e l’urgenza della prevenzione infantile

I Punti Chiave

Nel 2025 l’UNICEF ha lanciato un allarme globale: l’obesità infantile ha superato il sottopeso a livello mondiale. Oggi un bambino o adolescente su dieci vive con questa malattia cronica, pari a 188 milioni di persone. Anche in Italia la situazione è critica: secondo la Società Italiana di Pediatria oltre 100.000 minori convivono con forme gravi del disturbo.

Di fronte a questi dati, il Parlamento ha approvato la prima legge che riconosce l’obesità come patologia progressiva, con un forte investimento sulla prevenzione in età pediatrica.

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La nuova emergenza globale secondo UNICEF

Il Child Nutrition Report 2025 evidenzia che l’obesità nei bambini e negli adolescenti ha raggiunto il 9,4%, superando per la prima volta il sottopeso (9,2%).

A livello globale, circa il 20% dei minori è in sovrappeso. Questa transizione è legata a cibi ultra-processati, a un peggioramento degli stili di vita e a una cattiva nutrizione infantile. La crisi alimentare non è più solo un problema di singoli Paesi, ma una sfida planetaria che coinvolge famiglie, scuole e governi.

Il costo della mancata azione e l’agenda globale

Il World Obesity Atlas stima che l’impatto economico globale di sovrappeso e obesità raggiungerà 4,32 trilioni di dollari all’anno entro il 2035 se non verranno adottate misure concrete.

La mancanza di interventi efficaci non pesa solo sui sistemi sanitari ma aumenta le disuguaglianze sociali e riduce le prospettive di salute delle nuove generazioni.

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L’UNICEF raccomanda:

  1. etichettatura nutrizionale chiara;
  2. restrizioni al marketing verso i minori;
  3. divieto di junk food (alimenti ad alto contenuto calorico e basso valore nutrizionale) nelle scuole;
  4. protezione delle politiche pubbliche dall’influenza dell’industria alimentare.

L’allarme in Italia: bambini obesi e diagnosi precoce

Secondo OKkio alla Salute – ISS (dati 2023):

  • il 19% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso;
  • il 9,8% è obeso;
  • il 2,6% presenta forme di obesità grave.

Le conseguenze sono pesanti: ipertensione, diabete tipo 2, fegato grasso, ma anche isolamento sociale, ansia e bassa autostima. Un dato allarmante è la riduzione dell’aspettativa di vita di oltre 15 anni rispetto ai coetanei normopeso.

Stili di vita e fattori di rischio – Rapporto ANCoS e ANAP Confartigianato

Il rapporto “Manteniamo il passo realizzato da ANCoS APS e ANAP Confartigianato fotografa le abitudini quotidiane dei ragazzi tra i 9 e i 16 anni (elaborazione dati 2020):

  • solo il 52% pratica sport in modo continuativo;
  • il 47% trascorre 1-2 ore al giorno davanti a schermi, e 1 su 4 supera le 2 ore;
  • il 35% dorme con il cellulare acceso;
  • nei nuclei monogenitoriali la pratica sportiva è meno diffusa e le cattive abitudini digitali più frequenti.

Questi dati mostrano come gli stili di vita poco sani influiscano direttamente sulla diffusione dell’obesità nei bambini.

I dati sono stati raccolti grazie al prezioso contributo dei giovani volontari del Servizio Civile Universale attraverso questionari in forma anonima. Tale documento permette di capire come fattori educativi, socioeconomici e familiari si intreccino, offrendo strumenti concreti per indirizzare politiche di prevenzione pediatrica più efficaci.

La risposta istituzionale: la legge italiana del 2025

Con il DDL 1483 – Senato della Repubblica, l’Italia è diventata il primo Paese al mondo a riconoscere l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante.

LEA: un passo decisivo

Il provvedimento garantisce che i soggetti affetti possano accedere ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), cioè alle prestazioni sanitarie di base erogate dal Servizio Sanitario Nazionale.

Questo significa che visite, esami di diagnosi e percorsi di trattamento dell’obesità diventano un diritto tutelato, senza disparità regionali né costi aggiuntivi per i pazienti. Un cambiamento epocale: fino a oggi molti interventi specifici non erano garantiti o risultavano accessibili solo in alcune aree.

Fondi e prevenzione

La legge prevede:

  • 700 mila € nel 2025 e fino a 1,2 milioni annui dal 2027 per la prevenzione dell’obesità infantile;
  • campagne di sostegno all’allattamento al seno;
  • promozione di sport e corretta nutrizione infantile nelle scuole;
  • 400 mila € annui dal 2025 per la formazione dei medici di base e dei pediatri;
  • istituzione di un Osservatorio nazionale sull’obesità.

Le cause di sistema: cibi ultra-processati e marketing

L’UNICEF denuncia che i bambini sono costantemente esposti a cibi ultra-processati economici e pubblicizzati in modo aggressivo.

Secondo U-Report 2024, il 75% dei giovani ha visto pubblicità di snack, bevande zuccherate o fast food nell’ultima settimana, e il 60% ha ammesso che queste aumentano il desiderio di consumo. Le scuole, spesso, non proteggono abbastanza: in molti casi i pasti includono carne lavorata, dolci o fritti.

Diagnosi pediatrica

La diagnosi precoce è fondamentale. Un indicatore semplice segnalato dai pediatri è il rapporto vita/altezza: se la circonferenza della vita supera la metà dell’altezza, è necessario rivolgersi al medico.

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Gli interventi sugli stili di vita sono molto efficaci tra i 6 e i 9 anni, mentre nell’adolescenza hanno un impatto minimo.

Prevenzione: cosa possono fare famiglie e scuole

La prevenzione pediatrica è la chiave per arginare il problema. Alcuni comportamenti utili:

  • colazione regolare e 5 porzioni di frutta/verdura al giorno;
  • limitare zuccheri e bevande gassate;
  • pratica sportiva costante;
  • non più di 2 ore di schermi al giorno;
  • telefono spento di notte;
  • controlli pediatrici periodici per la diagnosi precoce.

L’obesità infantile non è una colpa individuale ma una sfida collettiva che richiede educazione, politiche e sostegno alle famiglie.

La nuova legge italiana segna una svolta storica: solo unendo prevenzione, corretta nutrizione infantile e il supporto dei pediatri sarà possibile garantire ai bambini di oggi un futuro più sano.

FAQ sull’obesità infantile

  • Come si cura l’obesità infantile?
    La cura dell’obesità infantile si basa principalmente su stili di vita sani: attività fisica regolare, una corretta nutrizione infantile e il supporto delle famiglie. Nei casi più gravi i pediatri possono prescrivere trattamenti specialistici in centri dedicati. L’intervento precoce è fondamentale per garantire risultati duraturi.
  • Quali sono i rischi di un bambino obeso?
    Un bambino obeso è più esposto a problemi di salute come ipertensione, diabete di tipo 2, fegato grasso e disturbi metabolici. I rischi non sono solo fisici: ansia, isolamento sociale e bassa autostima possono compromettere lo sviluppo psicologico. Inoltre, l’aspettativa di vita può ridursi anche di oltre 15 anni rispetto ai coetanei normopeso.
  • Quali sono le cause del sovrappeso nei bambini?
    Le principali cause del sovrappeso nei bambini sono legate a diete ricche di cibi ultra-processati, consumo eccessivo di zuccheri, scarsa attività fisica e un uso prolungato degli schermi. Anche fattori familiari e socio-economici incidono: nei nuclei con minori risorse o poca educazione alimentare, le cattive abitudini si consolidano più facilmente.
  • Obesità infantile in Italia: conseguenze
    In Italia, l’obesità infantile interessa quasi il 10% dei bambini di 8-9 anni. Le conseguenze sono sia sanitarie che sociali: aumento delle malattie croniche in età adulta, peggioramento della qualità della vita e maggiori costi per il sistema sanitario. La nuova legge italiana punta a ridurre queste conseguenze con programmi di prevenzione pediatrica e con l’inserimento delle cure nei LEA.
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